BEST FOREIGN FILM “15 MINUTES OF FAME FILM FESTIVAL" (USA) 2012;
BEST HORROR “HYART FILM FESTIVAL" (USA) 2012;
BEST FILM “VILLANOVA IN CORTO" (ITA) 2012;
da: KinemaZOne
Giocano con gli schemi classici dell’horror Angelo e Giuseppe Capasso nella loro ultima produzione “SILENCE”.
Si tratta di un corto di 10 minuti realizzato con un budget irrisorio – 400 euro – e ispirato ad una poesia di Edgar Allan Poe.
Proprio come una poesia SILENCE non racconta una storia ma trasmette delle sensazioni, e trattandosi di Poe le sensazioni sono tutt’altro che rilassanti.
I due registi napoletani confermano ancora il loro talento, la propensione verso le atmosfere noir e l’altissima professionalità e cura per l’immagine. Ma una delle cose che personalmente apprezzo di più nei lavori dei Capasso è la capacità di sintesi, l’assoluta mancanza del superfluo. Il ritmo che riescono a dare alle loro storie, sia quando queste passano attraverso i dialoghi (Terrible Truth, 108.1 FM Radio) che esclusivamente per le immagini (Silence), non concede pause. Si tratta di una abilità che sta diventando sempre più preziosa nel panorama del videomaking digitale, dove spesso i giovani autori indugiano in annacquati virtuosismi a discapito del ritmo del racconto.
Infine, c’è da notare l’ottima prestazione dell’unico attore del film (Dario Biancone), che dopo 108.1 FM Radio torna a lavorare con i Capasso.
SILENCE rientra in un progetto intitolato “P.O.E. Poetry of Eerie”, lungometraggio ad episodi realizzato da 13 registi tutti ispirati a raconti e poesie dello scrittore e poeta americano.
Il corto dei fratelli Capasso avrà comunque un iter autonomo ed è in concorso (in anteprima mondiale) al RIFF Roma Independent Film Festival 2012.
Ferdinando Carcavallo
.
da: Through the Black Hole
Due sposi nella loro camera da letto. Qualcosa di inaspettato turberà la loro quiete familiare. Silenzioso come il pensiero, laterale e lento come un’incognita. L’idea di rimescolare la propria forma in una condizione di realtà non lucida, prevede l’oscurità in una proiezione aberrata e instabile.
Vivere e non ricordare, nell’inganno di una verità di cui i sensi non prevedono la motivazione, riporta di pari passo quel male commesso, quella restituzione di un atto non riconosciuto e per questo privo di coscienza.
Silence dei Capasso bros, liberamente ispirato all’omonina poesia di Edgar Allan Poe, è il racconto dell’inesatta proiezione di una conseguenza, la condizione alternativa (e forse rimossa) di un gesto non compreso. Nella routine di una notte coniugale l’Uomo, tormentato da qualcosa, si sveglia ansimando. La sua ansia e la contrazione del torace dominano la scena finché, esausto e tormentato, si reca in bagno per riprendersi. Da qui il protagonista (Dario Biancone) si avvia in un cammino solitario, sospinto dalla strana gravezza di se stesso, in un’oscurità che diventa sempre più fitta e progressivamente alienante. Si potrebbe pensare a un rammarico non definito o a un sogno inatteso (e per questo non riconoscibile in quanto tale), ma non sempre un individuo segue indizi che celano una vera e propria risposta.
Silence è un corto pulito e fluido, dalla suspance ben distribuita e dalla narrazione che conserva un buon ritmo (tipico dei Capasso). Si potrebbe dire che nella fruizione qualche passo potrebbe risultare prevedibile, ma è una piccolezza irrilevante e a dir poco effimera. Il film restituisce allo spettatore un ottimo intento e una visione che invita sempre a pensare.
Il corto rientra in un progetto intitolato P.O.E. Poetry of Eerie, lungometraggio ispirato ai racconti dello scrittore americano.
Donato Arcella
.